Ecco la linea!


Un evergreen del Carosello: Lagostina.
Mister Linea, il personaggio del cartone animato, un uomo che percorre una linea virtualmente infinita di cui è anch’esso parte integrante, incontra lungo il suo cammino numerosi ostacoli. Per risolverli, adoperando il grammelot, un linguaggio incomprensibile, si rivolge al disegnatore, affinché disegni la soluzione ai suoi problemi.
Né la Linea né il suo autore sono circonfusi dall'aura mitica, "cult" e anche iper-culturale che avvolge molti maestri del fumetto e del disegno animato. Tanto che qualche misurato e rammaricato saluto - quando Cavandoli muore, ottantasettenne, pochi mesi fa - lo tratta da maestro "dimenticato". In realtà la Linea, se avesse ancora la parola, potrebbe rivendicare, con la sua caratteristica e comica animosità, una storia profondamente differente da quella del fumetto d'arte italiano o francese, così letterario, così intellettuale.

Cavandoli era un tecnico (anzi un "tennico", come si dice nella sua Milano). Un disegnatore meccanico nato professionalmente in Alfa Romeo, dove lavorò da apprendista prima della guerra (era nato sul Garda nel gennaio del '20, visse sempre a Milano). Poche scuole alle spalle, a sedici anni già in fabbrica. Metalmeccanico è anche il destino della sua Linea, che diventa famosa come testimonial delle pentole a pressione Lagostina, verso la fine dei Sessanta, ancora nel pieno fulgore dell'epopea pubblicitaria di Carosello.

Di quella Milano industriale, dagli umori artistici intensi e lunari, stilizzati e sobriamente eleganti, la Linea (a partire dal suo nome-manifesto) è una figlia molto tipica. Il segno asciutto, spogliatissimo, ottenuto levando e ancora levando ("cavàndoli", in questo senso, è quasi un gioco di parole, nonché un nomen-omen...), è parente stretto del migliore design milanese. 

Il tratto di Cavandoli è tipico della sobrietà funzionale ma anche della giocosa fantasia di disegnatori, progettisti, artisti che in quegli anni lavorano in strettissimo contatto con la produzione industriale e le aziende, loro committenti. E da queste vengono sollecitati a fornire un surplus di immagine, una scintilla di qualità che aiuti a rendersi distinguibili, che serva a galleggiare, in pieno boom economico, sull'onda di piena dei consumi di massa.

Molti marchi industriali sono ancora in fasce, molte fabbriche sono cattedrali di ferro e fiamme piene di uomini e donne, ma la loro insegna non è ancora accesa nella Broadway dei consumi. La potenza materiale deve diventare comunicazione immateriale, linguaggio, cultura popolare, colpire l'immaginazione, imprimersi nel nuovo paesaggio del benessere. In molti lavorano a questa avventura.

La Linea, con il suo incedere perenne (per esistere e per esprimersi ha bisogno di muoversi incessantemente, come la scrittura, da sinistra verso destra), esprime fortemente, e non saprei dire quanto inconsciamente, lo spirito "progressista" della sua epoca. Progressista, ovviamente, non in senso politico, ma in senso economico-industriale: la Linea è un omino in marcia, una marcia incidentata a scopo comico ma una marcia irresistibile.

Il tracciato che percorre (e dal quale è formato, stessa sostanza del suo percorso) ricorda la linea mutevole della grafica dei bilanci aziendali, con tanto di discese ardite e di risalite... Ne è, in un certo senso, l'umanizzazione o meglio la "uomizzazione", è la linea astratta dei grafici economici che improvvisamente, per mano del demiurgo Cavandoli, si anima, prende rilievo, assume sembianze umane. Verrebbe da dire che la Linea, vista in questa chiave, è quasi un alter-Fantozzi, la messa a fuoco epico-comica di un minuscolo ingranaggio dell'immane meccanismo industriale che si mette in marcia non si sa per dove, e attraversa baratri e prende batoste, ed è perseguitato da folgori e da sciagure, ma come tutti gli eroi e come tutti i cartoon si rialza sempre, e ricomincia ad andare, andare, andare... 
(dal sito del quotidiano Repubblica)

3 commenti:

  1. Che bella idea quella di fare un viaggio nel tempo attraverso il personaggio della Linea, mi hai portato in un mondo che ancora non conoscevo!
    Un abbraccio

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  2. Io che sono nell'anima retrò, La Linea me la ricordo bene.
    Quel suo muoversi incessantemente all'interno delle pubblicità di Carosello, mi fa tornare alla mente, quanto fossero tutti belli i promo allora, nella loro semplicità.
    Abbraccio.

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  3. Mamma e nonna Bea sono state molto contente del tuo post, la pubblicità di adesso fa veramente schifo...
    Abbraccio

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