I giardini di marzo

I giardini di Marzo è un brano scritto da Mogol con Battisti e contenuto nell'album Umanamente uomo: il sogno.
E’ una canzone dagli intensi contenuti emotivi che racconta la storia di un ragazzo perdente con grandi difficoltà nel rapportare la vita di tutti i giorni al suo universo interiore e che ha qualche punto in comune con il paroliere.

Disse Mogol in un’intervista:
mi ricordo il punto esatto dove passava un carretto dove potevamo comprare per dieci lire dei gelati quadrati e due biscotti,ma quando si era vicini alla fine del mese mia madre non mi dava i soldi, la vita era dura anche per i miei,la situazione economica non era florida.
Mi stupivo che i fiori sui vestiti di mia madre non fossero ancora appassiti perchè li aveva portati così tante volte che era un miracolo che non fossero sciupati.
Per quanto riguarda i libri di scuola, non avevo mai trovato il coraggio di venderli anch'io perchè mi sentivo patetico, non so per quale motivo era un fatto di orgoglio.
E poi ci sono quei momenti che riportano a terra in cui si esce dalla dimensione eroica del sogno per entrare nei fatti pratici della vita e c'è spesso un rifiuto a viverli, a vivere questa competizione con gli altri che io sento come un immiserimento della vita.
Io vorrei vivere ancora oggi vita in una dimensione più nobile.

(domanda): E riguardo la strofa “i giardini di marzo si vestoo di nuovi colori…”?


Questa è una parte che probabilmente non è stata colta da nessuno e non è molto chiara: ho immaginato una donna che chiede aiuto perchè si sta innamorando di un altro ma che contemporanemente ha bisogno di un supporto per uscire da questa situazione.
Lei si è confessata, lui invece l'ha ignorata per un fatto di orgoglio. Qui appunto c'è la mancanza del coraggio di vivere perché il protagonista riconosce di non essere ancora maturo e forte per affrontare questo cambiamento.


Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti.

All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli?

Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muori
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri.



Che anno è che giorno è 
questo è il tempo di vivere con te 
le mie mani come vedi non tremano più 
e ho nell'anima 
in fondo all'anima cieli immensi 
e immenso amore 
e poi ancora ancora amore amor per te 
fiumi azzurri e colline e praterie 
dove corrono dolcissime le mie malinconie 
l'universo trova spazio dentro me 
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.

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